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Il Logo della Chiesa Madre


IL LOGO DELLA CHIESA MADRE DI SALEMI

Ogni logo esprime un'importante e immediata comunicazione visiva ed integra in se la storia e l'identità di ciò che rappresenta.

Presentazione

La Parrocchia Chiesa Madre S. Nicola di Bari di Salemi, in questi ultimi anni, ha avvertito l'esigenza di avere un suo logo che la rappresentasse.
L'immagine scelta, per ideare il logo, è l'antica croce astile della nostra Madrice. L'oggetto sacro più prezioso realizzato probabilmente in occasione della dedicazione della Madrice al Patrono S. Nicola.
Il logo riproduce il pannello centrale dove è raffigurata l'effige di S. Nicola, la più antica testimonianza figurativa del Santo nel territorio salemitano.

Descrizione

Il piccolo pannello, a forma quadrangolare, è in lamina d'argento cesellato su anima lignea.
Raffigura S. Nicola seduto in cattedra benedicente, due angeli ai lati rispettivamente sorreggono il pastorale e un turibolo, altri due invece pongono sul capo del Santo la mitra.

Significato

La storia e l' identità della nostra Chiesa Madre vengono espresse da questo logo attraverso l'immagine del suo Santo Patrono e Protettore Nicola a cui è dedicata la Parrocchia sin dal 1340, riprodotta in quest'oggetto caro alla Chiesa Salemitana.

LA CROCE ASTILE DELLA CHIESA MADRE

L'oggetto sacro più antico e prezioso della nostra Chiesa Madre è senza dubbio la pregevole croce astile in lamina d'argento cesellato, anticamente posta sull'altare maggiore della nostra antica Madrice fino agli anni '40 e poi custodita nella stanza del tesoro. Oggi conservata nel Museo Diocesano.

L'autore della preziosa croce è Giovanni De Cioni che realizzò quest'opera a Salemi nel Settembre del 1386.

La croce è a forma greca, al suo centro, in un piccolo pannello in lamina d'argento cesellato su anima lignea, è raffigurata l'effige del nostro Patrono e Protettore S. Nicola di Bari. Il Santo benedicente è seduto in cattedra, due angeli in primo piano sorreggono rispettivamente il pastorale e un turibolo, altri due pongono sul capo del Santo la mitra.
Sui bracci della croce sono incise, in caratteri gotici, due iscrizioni. Nel braccio superiore: "Anno domini incarnationis MCCCLXXXVI de mensis septembris decina indicione". Nel braccio inferiore: "Facta in Salemi per manum mei magistro Joannes De Cionis Aurifex Pollino Castro Calleris".
Nei capicroce gli evangelisti in figura intera (manca quello del capocroce destro) accompagnati dai loro simboli, raffigurati nell'atto di scrivere i loro vangeli e recanti cartigli con i loro nomi: S. IO..., S. Marco, S. Luca. Sono andati totalmente perduti gli smalti che la ornavano.

L’opera è ricordata dal Di Marzo che a proposito dell’argentiere nota che “sebbene colà venga denominato siccome orefice in Cagliari, non è imputabile che sia stato in vece toscano di origine, siccome non meno sembra risulti dal cognome che dal bellissimo stile dei suoi lavori”.
Della stessa opinione è Maria Accascina che nota “qualità disegnativa e ritmi lineari di schietta derivazione toscana, tanto da far pensare se questo bravo orefice Giovanni dei Cioni non sia stato per qualche vincolo congiunto a quell’Andrea dei Cioni, figlio di orafi e orafo egli stesso, di notevole importanza nel gruppo toscano”.
L’opera dovette fungere da prototipo a quella attribuita a Giovanni di Spagna , conservata nel Museo Diocesano di Mazara.

a cura di Alessandro Palermo

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